Data di pubblicazione: 3 June, 2015
Cortesia Traduzione di Dr Vittorio Verzillo PhD
Durante la mia ricerca quotidiana, mi sono imbattuto in una relazione cosi' allarmante, che ho sospeso il lavoro di stesura di un libro che avevo in programma, per esporne il contenuto all'attenzione di coloro che hanno a cuore la vita. Ha a che fare con uno dei principali trattamenti per il cancro utilizzati nella medicina moderna, la chemioterapia. Un nuovo lavoro ha documentato che la chemioterapia, lungi dal guarire i pazienti dal cancro, in realtà favorisce la crescita e la diffusione del tumore.
A volte sembra quasi come se l'industria farmaceutica faccia gli straordinari per trovare nuovi modi per ferirci, paralizzarci o persino eliminarci. Peter Nelson, uno scienziato del Fred Hutchinson Cancer Center Research di Seattle, in uno studio sul perché sia relativamente facile uccidere le cellule tumorali in laboratorio, ma non all'interno del nostro corpo, ha scoperto che le cellule sane danneggiate dalla chemioterapia secernono più WNT16B, una proteina che aumenta la sopravvivenza delle cellule tumorali. "L'incremento della proteina WNT16B era completamente inaspettato", ha detto Nelson all' AFP.
Ed ha continuato: "WNT16B, quando secreta, influenzerebbe le cellule tumorali adiacenti facendole riprodurre, rendendole invasive, e soprattutto, resistenti alla successiva terapia." Questo spiegherebbe perche', durante il trattamento del cancro, i tumori spesso rispondono bene inizialmente, ma riappaiono successivamente, caratterizzati da una rapida ricrescita e dalla resistenza ad ulteriore eventuale chemioterapia.
Lo studio è stato condotto da un team di scienziati provenienti da diversi centri di ricerca sul cancro ed università e dal Lawrence Berkeley National Laboratory. E' stato pubblicato on-line in Nature Medicine del mese di agosto 2012. Tra le varie conclusioni inquietanti: "L'espressione della WNT16B nel microambiente tumorale della prostata, ha attenuato gli effetti della chemioterapia citotossica in vivo, promuovendo la sopravvivenza delle cellule tumorali e la progressione della malattia."
I risultati di questo studio sono definitivamente allarmanti, ma ancora più preoccupante è la completa mancanza di un'azione aggressiva per riesaminare l'intero campo del trattamento del cancro. Le origini della chemio risalgono alla prima guerra mondiale, con la ricerca sugli effetti dell' esposizione all'iprite, o gas mostarda, sull'uomo. Gli scienziati scoprirono che tale gas era un potente soppressore della produzione delle cellule del sangue. Durante la seconda guerra mondiale, i ricercatori della Yale University School of Medicine, studiando ulteriormente le mostarde azotate, pensarono che un agente che danneggia i globuli bianchi in rapida crescita, avrebbe potuto avere un effetto simile sul cancro. Ma si trascuro' il come colpire solo le cellule tumorali e non le cellule sane. Nel dicembre del 1942, gli scienziati trattarono diversi pazienti con linfomi avanzati (tumori del sistema linfatico e linfonodi) con un farmaco chemioterapico per via endovenosa. Il loro miglioramento fu giudicato notevole. I media si concentrarono sul notevole miglioramento, ma non si curarono di notare che, subito dopo il trattamento, erano tutti morti.
La rivoluzione della chemioterapia nella cura del cancro era stata avviata ed in pieno svolgimento. Nel 1950, il primo farmaco chemio utilizzato a fini commerciali, fu la mustina o mecloretamina. La mustina, sotto il nome in codice HN2, è un agente di guerra chimica. Gli effetti indesiderati includono: "reazioni di ipersensibilità, inclusa anafilassi ... nausea, vomito e depressione dell'emopoiesi, ... ittero, alopecia, vertigini, acufene e diminuzione dell'udito."
La ricerca e lo sviluppo della mustina come possibile chemioterapia antitumorale, fu guidata da Cornelius P. Rhoads, direttore del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, in segreto durante la guerra, ed i risultati pubblicati nel 1946, dopo la guerra. Rhoads era venuto al Memorial Sloan-Kettering dal Rockefeller Institute for Medical Research.
Lavorando in quest'ultimo istituto, durante gli anni '30 e prendendo parte all' ossessione della famiglia Rockefeller per l'eugenetica, Rhoads trascorse sei mesi in Porto Rico, un'isola senza stato, spesso usata di nascosto per la sperimentazione umana di nuovi farmaci.
Nel 1931 Rhoads scrisse dal Porto Rico una lettera ad un amico in Boston nella quale commentava: "I portoricani sono senza ombra di dubbio la razza umana più sporca, più pigra, più degenerata e ladra cha abbia mai abitato questa pianeta. Cio' di cui questa isola ha bisogno, non è un'opera di sanita' pubblica, ma una ondata di marea, o qualcosa di simile, che elimini completamente la popolazione. Io ho fatto del mio meglio per contribuire al processo di sterminio, uccidendone otto e trapiantando un cancro in diversi altri."
L'addetto alla propaganda della famiglia Rockefeller, Ivy Lee, lancio' una grande campagna di controllo dei danni per lo scandalo e riusci' persino a far mettere Rhoads sulla copertina del Time, come un eroe "salva vite".
Il successivo utilizzo di chemioterapici tossici su forse milioni di malati di cancro da allora, e' stato poco incoraggiante. Gli effetti collaterali pubblicati dei farmaci chemio di oggi, la maggior parte dei quali sono prodotti da Roche, sono terrificanti. Essi comprendono "la depressione del sistema immunitario, spesso disattivando il midollo osseo e causando una diminuzione di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. L'anemia e trombocitopenia ... sepsi o infezioni localizzate, come da Herpes simplex, Herpes zoster, o da altri membri della famiglia degli Herpesviridea."
Ma non e' tutto. A causa della chemio, e della conseguente soppressione del sistema immunitario, i pazienti spesso contraggono la tiflite, una complicazione gastrointestinale potenzialmente fatale della chemioterapia. La tiflite è un'infezione intestinale che può manifestarsi attraverso sintomi quali nausea, vomito, diarrea, addome disteso, febbre, brividi e dolore o sensibilita' addominale. La tiflite è un'emergenza medica. Ha una prognosi infausta ed è spesso mortale. Può causare infertilità negli uomini e insufficienza ovarica nelle donne. Cio' si aggiunge agli altri effetti ben noti: perdita di capelli, pelle secca, unghie fragili, bocca secca (xerostomia), ritenzione idrica ed impotenza.
Nel 2004 il Dipartimento di Radioterapia Oncologica del Northern Sydney Cancer Centre, in Australia, ha condotto un'indagine a lungo termine sull'effetto della chemioterapia sulla sopravvivenza a 5 anni, in 22 principali neoplasie, in adulti. I risultati sono stati scioccanti: il contributo generale della chemioterapia citotossica curativa ed adiuvante alla sopravvivenza a 5 anni negli adulti, è stato stimato al 2,3% in Australia, ed al 2,1% negli Stati Uniti. Lo studio è giunto alla seguente conclusione: ".. è chiaro che la chemioterapia citotossica porta soltanto un contributo minore alla sopravvivenza al cancro. Per giustificare il proseguimento dei finanziamenti e la disponibilità di farmaci utilizzati nella chemioterapia citotossica, è urgentemente necessaria una rigorosa valutazione del rapporto costo-efficacia e dell'impatto sulla qualità della vita."
La chemio è altamente tossica ed uccide tutte le cellule in rapida divisione, tumorali o normali. I tre farmaci contro il cancro più venduti nel mondo, nel 2013, sono tutti prodotti da Roche: il Rituxan, l'Herceptin e l' Avastin. Per tutti e tre i farmaci, le vendite ammontano a più di 21 miliardi dollari .
Ed il Fred Hutchinson Cancer Research Center ora dimostra come i farmaci chemioterapici agiscano come agenti cancerogeni, cioe' che causano il cancro, e questo è il motivo per cui, a seconda della resistenza del sistema immunitario del paziente e del dosaggio, entro cinque anni, un numero sconcertante di pazienti muore dopo la chemio che li aveva salvati.
Diversi anni fa viaggiai a Pechino per un giro di conferenze; ebbi forti dolori alla schiena, dovuti al lungo volo. Il mio editore cinese organizzo' un trattamento da un medico esperto in Medicina Tradizionale Cinese (MTC). Il medico era la nipote del capo medico MTC dell' ultimo imperatore, che dicono fosse ancora vivo e attivo a 93 anni; lui passo' la propria conoscenza a lei e suo fratello. Mi disse che all'università di medicina di Pechino, dove aveva studiato, agli studenti viene detto: "Un terzo dei pazienti muore per lo shock psicologico di sentirsi dire da un medico che hanno il cancro. Un altro terzo muore per gli effetti negativi della chemioterapia e delle radiazioni. L'ultimo terzo semplicemente muore. "
Forse sarebbe utile riformulare la principale norma etica per tutti i medici praticanti, fin dai tempi di Ippocrates: "nil nocere", cioe' non far del male. Oggi ci sono prove schiaccianti del fatto che la chemioterapia fa solo male. Gli oncologi che somministrano la chemio ai loro pazienti, continuerebbero a fare la stessa cosa, se si invertissero i ruoli?
Prima apparizione: "New Eastern Outlook" http://journal-neo.org/2015/06/03/why-didn-t-my-doctor-tell-me-chemo-kills/