Data di pubblicazione: 20 Ottobre, 2015
Traduzione per cortesia di Vittorio Verzillo PhD
La Monsanto ed il cartello agroalimentare degli OGM hanno subito una nuova pesante sconfitta: due terzi dei 28 stati membri dell'UE hanno optato per un divieto totale delle colture OGM, nell'ambito delle nuove regole di Bruxelles, che consentono alle varie nazioni di decidere in merito a questa agro-tecnologia tossica. In tutta l'UE, tali divieti espandono considerevolmente i territori liberi da OGM, relativamente a quelli precedentemente garantiti dalle procedure alquanto caotiche dell'UE.
La Commissione Europea ha reso pubblico che, entro la scadenza del 3 ottobre, 19 dei 28 paesi membri dell'UE hanno presentato istanza per un totale "opt-out", cioe' un divieto delle coltivazioni commerciali di OGM. Altri paesi potranno ancora presentare una richiesta di "opt-out" totale dopo il 3 ottobre, con determinati presupposti.
Le nazioni che chiedono il divieto degli OGM includono ora la Germania (con eccezioni soltanto per ricerca, non per coltivazioni commerciali) e la Francia. La Francia estende il suo divieto precedente, incluso per il mais Monsanto MON810, l'unico OGM attualmente in coltura commerciale nella UE, soprattutto in Spagna e Portogallo. Oltre a Germania e Francia, Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia e Slovenia chiedono il divieto totale di OGM.
Ci sono poi divieti regionali nel Regno Unito, quelli di Scozia, Galles e Irlanda del Nord che comprendono buona parte dei migliori terreni agricoli del Regno Unito. Il governo britannico di Cameron resta invece pro-OGM. In Belgio, la parte meridionale, la Vallonia, adiacente alla Francia e Lussemburgo, ha pure deciso di vietare gli OGM. La decisione dell'Irlanda, che ha adottato un divieto totale per gli OGM dal 2009, non e' ancora chiara.
Anche se molti gruppi ambientalisti temevano che le nuove regole avrebbero permesso alle multinazionali come la Monsanto una tattica tipo "divide et impera", attuata diffondendo i propri semi nei paesi pro-OGM, risulta evidente che la maggior parte dei paesi dell'UE stanno rifiutando le coltivazioni OGM, che presentano rischi oramai comprovati, e gli erbicidi tossici associati, come il Roundup di Monsanto, che contiene glifosato, un sospetto agente cancerogeno.
Nel mese di gennaio 2015, il Parlamento europeo ha approvato a grande maggioranza le nuove regole per l' "opt-out". In precedenza, la notoriamente corrotta Autorita' Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) di Bruxelles, di cui molti scienziati/dirigenti hanno legami documentati con l'industria per gli OGM, era l'unico organo decisionale e tutti gli Stati membri dell'UE erano tenuti a permetterne la coltivazione, salvo imbarcarsi in complicate procedure per ricorsi giudiziari eccezionali.
Nonostante cio', solo la Spagna e il Portogallo oggi coltivano la maggior parte delle colture OGM nella UE. In tutti gli altri paesi, la diffusa opposizione della popolazione agli OGM ha prevenuto che gli agricoltori li coltivassero. Ora, secondo le nuove regole per l' "opt-out", gli stati membri possono ufficialmente vietare gli OGM per motivi di politica ambientale, non soltanto riesaminando, con modalita' difficili e costose, i criteri di rischio per la salute e per l'ambiente già valutati dall'EFSA. Le singole nazioni potranno vietare le colture OGM anche per altre ragioni, come ad esempio per requisiti di pianificazione urbana e rurale, sulla base dell'impatto socio-economico e per obiettivi di politica agricola, oppure per evitare la contaminazione involontaria di OGM nelle colture limitrofe non OGM.
L'effetto delle nuove regole europee e' stato il manifestarsi dell'opposizione nazionale e regionale alle colture OGM in tutta l'UE, un fatto che adesso indubbiamente rafforzera' la resistenza all'introduzione degli OGM da parte di paesi africani e asiatici, di America Latina e Cina, e li favorira' nell'imporre i rispettivi divieti anti-OGM. Cio' rappresenta un duro colpo per la Monsanto e simili multinazionali. Il mese scorso la Federazione Russa aveva annunciato la decisione di imporre il divieto totale di colture OGM.
Le nuove regole non sono prive di cavilli che potrebbero consentire a Monsanto ed altri di utilizzare il loro potenti strumenti legali per cercare di aprire nuovi mercati, facendo leva sull'azione giudiziaria. Lo scorso gennaio, l' eurodeputata Lynn Boylan di Dublino ha dichiarato all' Irish Times che la legislazione finale era una versione "annacquata" di stesure precedenti, denunciando: "E' anche sconcertante che il sistema di responsabilità sia stato rimosso, negando così ogni risarcimento agli agricoltori non OGM, i cui prodotti vengano contaminati da OGM".
Ora tutti gli occhi sono puntati su Spagna, Portogallo, Svezia, Finlandia, Estonia ed anche sul Belgio del nord e sul resto del Regno Unito. Se gli agricoltori di queste zone cominciassero a percepire il problema di non essere in grado di garantire colture non contaminte da OGM, potrebbero determinarne il bando anche in tali regioni. E cio' sarebbe, in breve, un netto passo avanti per tutti coloro che hanno a cuore il cibo e la salute nell'Unione Europea.
Prima apparizione: http://journal-neo.org/2015/10/20/major-no-to-gmo-by-majority-of-eu-states/